Ron Hicks

Prima dell’avvento della grande era industriale del XX secolo e della conseguente meccanizzazione del mondo del lavoro, tutti i beni artistici erano difficilmente accessibili alla popolazione, o per motivi di natura economica o semplicemente per scarsità di interesse; questo stato dei fatti ha garantito la nascita di un’aura di mistero attorno all’arte, designata per molti secoli come un bene che potesse appartenere a pochi o addirittura un piacere elitario. 

Agli albori del nuovo secolo, soprattutto grazie alla nascita delle grandi esposizioni universali e poi della Pop-art, è stata l’arte stessa ad entrare a far parte del sistema industriale, aprendosi ai meccanismi di produzione e di circolazione tipici dell’imprenditoria; anche i soggetti delle opere mutarono, non prediligendo più ritratti di grandi uomini o tematiche di argomento storico o mitologico, ma i protagonisti divennero gli oggetti e i momenti della vita dell’uomo comune.  

È in questo contesto storico e culturale che nasce l’arte di Ron Hicks, figlio dell’era del boom economico degli anni ‘60, ma che ha dato alla sua pittura un sapore diverso.

Fin dall’inizio della sua carriera ha avuto la capacità di fondere l’interesse nei confronti degli attimi più semplici, umili e autentici dell’esistenza umana, rappresentandoli con la stessa spontaneità tipica della pittura impressionista. 

BIOGRAFIA

Nacque nel 1965 a Columbus, in Ohio, da una famiglia molto umile e numerosa. Molto piccolo si trasferì in Colorado, a Denver, ma, dopo la separazione dei genitori, tornò con la madre e i fratelli nella sua città di origine. 

Sin da piccolo si interessò alla pittura anche grazie alla madre, anch’essa artista; tornato nel Colorado, inoltre, un gruppo di insegnanti lo invitarono a cimentarsi con molto più interesse all’arte e riuscì a vincere numerose competizioni. 

Il suo percorso di formazione continuò negli anni del liceo, in cui il suo talento fu notato e ricevette una borsa di studio per studiare alla Columbus College of Art and Design di Columbus dove si laureò in Belle Arti e in Illustrazione.

Dopo la laurea fece ritorno a Denver per studiare presso il Colorado Institute of Art di Denver, ottenendo una laurea in Design Pubblicitario.

Dopo il college, Hicks iniziò a lavorare per varie agenzie, riviste e come illustratore freelance, dedicandosi alla pittura soltanto la notte; attualmente, è docente presso The Art Students League di Denver.

TECNICA PITTORICA

Osservando le opere di Ron Hicks si viene travolti da un fulminante senso di tenerezza che, però, ha un retrogusto nostalgico.

La sua pittura, infatti, trasuda di passato che si realizza nel perfetto assorbimento della lezione degli Impressionisti francesi: i soggetti di Hicks mostrano una totale assenza di contorni, un tratto fatto di pennellate dense e quasi filamentose, in cui è il colore stesso a delineare le forme.

Il fascino della pittura ottocentesca che Hicks fa sua è lontana dai colori puri e accesi di Monet o Renoir, ma si avvicina alla malinconia di Degas: dal pittore francese l’artista estrapola l’utilizzo di colori cupi, spenti e l’importanza conferita agli effetti di luce e ombra: egli, infatti, utilizzava raramente il colore puro, ma preferiva utilizzare le diverse tonalità del grigio, rendendo ancora più ardua l’impresa di illuminare i suoi spazi, quasi sempre interni.

Nonostante la scelta di rifarsi alla pittura impressionista, Hicks non lascia mai niente al caso, ma rende i suoi spazi confortevoli: presta molta attenzione soprattutto agli elementi posti in primo piano e sfuma i contorni dello sfondo, conferendo senso di profondità e spazialità alle sue composizioni.

L’ESALTAZIONE DELLA SEMPLICITA’

Non c’è dubbio che sia la figura umana a suscitare l’interesse dell’artista, in modo particolare quella femminile di cui Hicks coglie ogni aspetto: egli la rappresenta in ogni posa mostrandone la passionalità, la dolcezza e la tristezza. Si tratta di sentimenti contrastanti, ma avvolti nella medesima cornice: quella dell’amore.

È l’amore, infatti, ad essere vissuto nella sua totalità e si manifesta nell’attenzione che la donna dedica a sé stessa, al suo corpo o al suo partner.

L’uomo è spesso una comparsa, segue il movimento che la donna ha iniziato o la supporta fisicamente e psicologicamente nei momenti in cui la forza femminile viene meno; ma è solo grazie ad entrambi se l’emozione si propaga e si manifesta armonicamente agli occhi dello spettatore.

Ma non è l’armonia o la perfezione della scena ad aver reso Hicks uno degli artisti contemporanei più famosi, ma il suo successo si nasconde nelle vibrazioni che i soggetti emanano. Similmente a Degas, che spiava le ballerine dal buco della serratura, anche lui sembra cogliere i suoi protagonisti in un normalissimo momento di vita, quasi volesse lasciare completamente intatta la scena davanti ai suoi occhi.  

I suoi soggetti non compiono gesti eroici, non combattono alcuna guerra, ma vivono semplicemente la fugacità dell’attimo. È il tempo ad essere il protagonista delle sue tele, ovvero quell’intenso secondo che precede il nucleo dell’azione e che racchiude, nella sua finitezza, il senso più puro del sentimento. Per cui non è il bacio ad avere significato, non è l’abbraccio ad essere importante, ma è l’attimo eterno che li anticipa, in cui sono gli occhi, le mani e i corpi a farsi protagonisti.

Ecco cosa dichiarò in proposito l’artista:

 “Vedo cose molto astratte, quindi penso a me stesso come un pittore che vede forma, valore, bordi e texture. Mi piace romanzare la vita. Amo l’interazione delle persone che fanno le cose … qualunque cosa sia. Potrebbe essere la cosa più banale, ma trovo grande bellezza in questo.”

L’essenza della sua pittura viene poi magistralmente racchiusa negli ambienti tipici degli anni ‘30/’40, ovvero caffè, parchi e strade; anche le figure umane difficilmente si presentano con degli abiti del nostro tempo, ma mostrano uno stile del tutto vintage.  

Nonostante l’attenzione conferita al trattamento dello spazio attorno, i soggetti creati da Hicks mostrano una totale non curanza dell’ambiente circostante: le loro azioni si concentrano completamente sull’altro, come se fossero chiusi nello spazio delle loro anime.

Questa scelta intensifica l’atto in sé, come se quel gesto in quel determinato istante fosse la cosa più importante del mondo.

Si dice spesso che alcune emozioni o sensazioni non possono essere spiegate con le parole perché esse sono legate a qualcosa che va oltre il mondo terreno; eppure, come può l’opera di Hicks non essere considerata in grado di rappresentare la profondità dell’amore?  

I pareri potranno essere contrastanti, ma è innegabile che, con le sue pennellate corpose, Ron Hicks ha catturato nello spazio della tela l’incommensurabile valore dell’istante in cui si ama.

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