
RICONOSCERE L’ARTE
Capire l’arte in particolare l’arte contemporanea
Nonostante non esista una regola precisa per riconoscere l’arte, è possibile distinguere un oggetto da un’opera d’arte o ancora un orinatoio da una fontana.
L’opinione pubblica giudica l’arte del passato tale grazie alle evidenti abilità degli artisti. Infatti tutti riconoscono la maestria fuori dal comune delle sculture di Michelangelo o dei dipinti di Leonardo.
Il giudizio cambia quando ci si trova di fronte a opere contemporanee, spesso giudicate banali e superficiali.
Si tratta di un errore di comprensione, il lavoro è più concettuale che tecnico.
Infatti, la figura dell’artigiano e dell’artista coesistono, ma differiscono l’una dall’altra. Con Marcel Duchamp e l’introduzione del ready made inizia un nuovo periodo artistico che slega totalmente l’artista dalla componente tecnica.
Questa concezione si è evoluta con artisti come Lucio Fontana e Andy Warhol.
L’arte, dunque, cambia il ruolo che ha da sempre ricoperto e diventa il mezzo per criticare e mettere in discussione la società moderna.
Infatti, l’artista contemporaneo non mostra allo spettatore le sue abilità tecniche, ma invita a riflettere sulla propria condizione e su quella collettiva.
Ecco perché le Attese di Fontana possono provocare stupore o possono far esclamare “lo potevo fare anch’io”.
Il concetto dell’arte non si può ridurre ad una semplice definizione, i suoi significati sono diversi e i suoi usi molteplici.
Nonostante ciò, è possibile definire alcune caratteristiche e peculiarità per riconoscere e distinguere un semplice oggetto da un’opera d’arte, o ancora un orinatoio da una fontana.
Si definisce arte <<In un senso molto ampio, la capacità di agire e di produrre che si basa su un complesso di regole e di tecniche, che servono per svolgere un’attività umana con determinati risultati>> (Definizione Treccani).
In un significato più concreto <<si chiamano arte le opere create in un determinato tempo e luogo>>(Definizione Treccani).
Quindi, è necessario contestualizzare le opere per riuscire a comprenderne la funzione e il significato. A tal proposito,Walter Benjamin scrive che l’unicità dell’opera d’arte si identifica con la sua integrazione nel contesto della tradizione. Infatti, riconosciamo le opere più antiche create per rituali, prima magici e in seguito religiosi. Aggiunge che quando l’autenticità viene meno, come nel caso delle stampe delle pellicole fotografiche, l’intera funzione sociale dell’arte si trasforma in quanto non si fonda più sul rito, ma sulla politica.
Vittorio Sgarbi spiega che una delle condizioni fondamentali per cui si è consapevoli di trovarsi di fronte a un’opera d’arte. Essa resiste al tempo e l’uomo, conscio della propria caducità, inventa una realtà che si aggiunge a quella creata da Dio.
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Per iniziare “Lo potevo fare anch’io” di Francesco Bonami
Per chi vuole approfondire “Ars est celare artem” di Paolo D’angelo
E per concludere un saggio di Mario Perniola “L’arte e la sua ombra”