Maurizio Cattelan

A scatenare l’indignazione del pubblico con la sua arte provocatoria e dissacrante è l’italiano Maurizio Cattelan, artista contemporaneo tra i più noti e quotati del mercato dell’arte.

La sua vita si scandisce tra New York e Milano dove si dedica alla realizzazione di opere a metà tra scultura e performance, in grado di scardinare convenzioni, interrogare gli spettatori, sconvolgere i loro valori.

“Comedian” 2019

Un carattere “irriverente”

E’ nel 1991 alla Galleria d’arte moderna di Bologna che Cattelan ha il suo esordio espositivo con l’opera “Stadium” consistente in un tavolo da calcio balilla con ai lati due schiere di giocatori bianchi e neri: da un lato le riserve del Cesena e dall’altro gli operai senegalesi che lavoravano in Veneto.

Ha così inizio la sua attività artistica segnata da un susseguirsi costante di ironiche provocazioni: Le sue opere si caratterizzano per un evidente richiamo alla tendenza dadaista e, talvolta, all’arte povera. Molte di queste nascono dalla combinazione di performance art e scultura ed includono eventi di tipo “Happening” consistenti in azioni provocatorie, pezzi teatrali, testi-commento sui pannelli che accompagnano le opere d’arte.

«Non ho mai fatto niente di più provocatorio e spietato di ciò che vedo tutti i giorni intorno a me. Io sono solo una spugna. Un altoparlante»

La sua produzione artistica ruota attorno all’ironia che viene tramutata in arte e si contorna di un atteggiamento irriverente nei confronti delle istituzioni e dell’establishment culturale.

Con “La nona ora” – pietra miliare della sua attività d’artista – Cattelan fa parlare di se generando contrarietà da parte della comunità cattolica: l’opera consiste in una scultura in cera che mostra Papa Giovanni Paolo II per terra, colpito da un meteorite.

“La nona ora” 1999

Le sue provocazioni continuano quando, invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia, affitta lo spazio che ha a disposizione ad una agenzia di pubblicità che lo utilizza a scopi commerciali durante l’evento: “L’opera” viene intitolata “Lavorare è un brutto mestiere”.

“A perfect day”… o forse no!

Nel 1999 Cattelan realizza una performance dal titolo “A perfect day”: Apparentemente confinato in una ragnatela, il suo gallerista Massimo De Carlo viene incollato alla parete della galleria d’arte con del nastro adesivo, sospeso ed incapace di muoversi liberamente.

L’opera vivente è espressione di una ricercata ironia: il mercante d’arte è abbandonato su uno sfondo bianco, gli occhi chiusi, la testa leggermente china di lato: un martire del mondo dell’arte alla completa mercé dell’artista.

“A perfect day” 1999

Alla fine del vernissage, De Carlo viene ricoverato al pronto soccorso per un malore!

«Siamo delle macchine che vanno ad emozioni, il cui eco risuona in quello che facciamo e, guardando anche alle mie opere precedenti, mi convinco sempre più di essere un autentico parco giochi per psicologi»

Le sue opere sono battute all’asta per milioni di dollari: tra le più celebri, ad aver battuto il record per l’asta e per l’artista è “Him” del 2001 raffigurante Hitler in ginocchio intento a pregare con gli occhi commossi. L’opera è stata venduta da Christie’s per 17.189.00 dollari!

Tutti questi paradossi a metà tra realtà e finzione fanno dell’artista un maestro del sarcasmo che si prende sapientemente gioco del sistema dell’arte: è con queste prerogative che Cattelan viene ricondotto nell’ambito dell’ “arte relazionale”, un’arte il cui campo di azione altro non è che il contesto sociale, esterno a quei limiti spaziali o temporali generalmente imposti da una qualsivoglia mostra.

“Him” 2001

All’apice del successo

Nel 2004 viene esposta a piazza degli Affari di Milano l’opera che più rappresenta l’atteggiamento dissacrante e di sfida dell’artista: “L.O.V.E.” acronimo di “Libertà, Odio, Vendetta ed Eternità, consiste in un saluto romano con le dita mozzate – un vero e proprio gesto del dito medio – posto di fronte la sede della borsa di Milano e rivolto verso la città.

Le polemiche generate dalla sua inaugurazione non sono state poche: Che sia esso un modo metaforico per accostare il mondo della finanza ad un “nuovo fascismo”?

“L.O.V.E.” 2004

Il temporaneo ritiro dalle scene dell’arte, all’apice del suo successo, pone fine al periodo in cui animali imbalsamati appesi al soffitto e premi conseguiti presso istituzioni d’arte costellano la sua carriera.

Con “Comedian” del 2019, Cattelan torna a far discutere, attaccando una banana al muro con del nastro adesivo e dando vita ad una serie di eventi attorno a questa: una performance artistica che vede dapprima la vendita dell’oggetto a 120.000 dollari e la sua conseguente consumazione da parte di un artista americano, David Datuna che, nel corso della mostra, agisce staccando la banana dal muro per mangiarla.

Arte come appropriazione dell’arte

Tra i più recenti progetti di Cattelan vi è la mostra a Shangai in cui, insieme al direttore artistico di Gucci Alessandro Michele, indaga sul concetto di creatività e originalità dell’arte, basandosi sull’idea di appropriazione.

Viene così riprodotta a Shangai una stanza della cappella sistina: L’artista si appropria dell’arte. Sarà anche questa oggetto di dibattito?

«L’arte è spesso una causa di malinteso, perché la gente può farne qualsiasi cosa desideri. C’è un malinteso quando si desidera davvero dire qualcosa, e le persone non lo comprendono. Per me il malinteso è molto più forte dell’idea da cui ero partito»

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