
Marco Maschio
Nell’immenso oceano d’arti visive contemporanee gli artisti sono spesso mossi da una tendenza al nuovo volta al superamento dell’approccio figurativo tipico dell’opera dei grandi creativi passati: la ricerca del bello nella sua più vera natura sembra sbiadirsi per lasciare spazio a nuove forme espressive.
Il giovane pugliese Marco Maschio emerge quale artista contemporaneo di talento che utilizza la scultura come contapassi della propria determinazione: una “eccezione” alla non-regola la sua, che si concretizza nella riscoperta di quella tradizionalità figurativa che sembrava essere ormai superata.
La pietra che “respira immortalità”
E’ a Vitigliano, in Puglia, che Marco Maschio trascorre la sua adolescenza all’insegna di una propensione all’arte figurativa in continuo accrescimento: frequenta l’istituto d’arte di Poggiardo e prosegue gli studi in Arti visive e nuovi linguaggi espressivi presso l’Accademia di belle arti di Firenze.
Ad oggi vive e lavora a Lecce, partecipando a numerose mostre e concorsi e ricevendo critiche positive per la sua ricerca.

«Scolpire non è scavare una pietra: è trovare il respiro della vita in essa e rivelarlo»
Lo studio dei capolavori dell’arte classica e cinquecentesca si presta da perfetto crocevia d’ispirazioni in grado di alimentare una energia creativa in lui già presente.
La produzione artistica di Maschio fonda le sue radici nelle tecniche ereditate dai maestri rinascimentali: è da Michelangelo Buonarroti che ricava l’idea per la quale l’uomo va “liberato dalla materia” per ricevere un respiro d’immortalità.
Con mano paziente e grande minuzia nella cura del dettaglio, Maschio tira fuori l’anima dalla pietra approcciandosi alla scultura come ad una sfida da accogliere, sempre più grande e complessa.
Dalla lavorazione di materiali grezzi quali bronzo, marmo, legno ed argilla – che Maschio ama definire come “masse informi da affrontare” – dà forma alla fisicità dei corpi , spesso ponendo l’attenzione al dettaglio delle mani, del braccio o parti del volto che vengono presentate come veri e propri “territori da esplorare”.

«Non riesco mai a capire se sono io a trovare la figura oppure e la figura che trova me»
Mani, volti, corpi…uno sguardo alle OPERE
Il processo di creazione dell’opera si estrinseca in tre importanti passi attraverso cui l’ispirazione si trasforma in materia tangibile: pensare l’idea – trasporla in inchiostro – lavorarla sul marmo. Difficilmente i suoi lavori vengono alla luce senza un elegante disegno preparatorio.

Opere come “Eva” evidenziano la profonda attenzione che l’artista ripone nell’espressività del gesto delle mani; “Oblivion”e “Pathos” – realizzati rispettivamente nel 2016 e nel 2017 – sono invece realizzati in pietra bianca di carovigno il primo ed in marmo acquabianca il secondo: entrambi raffigurano parti di volto in scorcio, come delle maschere espressione di passione, sofferenza e grandezza umana nonchè della presenza di forza emotiva nella tragedia del quotidiano.
«Mi si chiede spesso perchè scolpisco frammenti. Ebbene personalmente vedo nei “frammenti” non quello che abbiamo perso ma ciò che ci rimane dei più alti valori dell’uomo che scivolano inesorabilmente nell’oblio. Ci vedo riflesso il nostro tempo dunque, ma ci vedo nascosta la speranza»
Il bassorilievo in bronzo “Annuntio” si rivela essere tra le opere di maggior apprezzamento e consiste in una mano che, emergendo dalla materia informe, tiene una fiamma sul suo palmo.
Il simbolismo accarezza gran parte della sua produzione che affronta tematiche strettamente connesse alla fede cattolica: alla rappresentazione della “Pietà” di più recente creazione si aggiungono opere come “Principium”, realizzata in pietra leccese nel 2016, consistente in una rappresentazione della femminilità quale metafora del verbo che si fa carne;

Nel 2018 realizza il busto di Aldo Moro la cui accuratezza d’esecuzione gli consente di acquisire notorietà e riconoscimento. Di altrettanta esemplare fattura il busto raffigurante Papa Giovanni Paolo II e le varie rappresentazioni a figura intera e a tutto tondo della Vergine.
«Scolpire è scavare nel passato alla ricerca di un presente da consegnare al futuro»
Nel momento in cui la pietra inizia a respirare lo scultore si ferma: è in quell’istante che il lavoro di Marco Maschio giunge al termine per ricominciare, con nuove idee e ricercati materiali, a creare frammenti di realtà plastica su cui lasciar soffermare lo sguardo.

Per ammirare le sue opere visita i link:
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