
Keith Haring
Naif, bizzoso e trasgressivo, Keith Haring è passato alla storia come una delle più acclamate icone degli anni ’80;
Immerso in una sregolata vita newyorkese, il giovane artista ha conquistato con i suoi dipinti murali dai colori accesi e dalle forme semplici gli angoli delle più grandi città, celebrando e diffondendo una personale concezione di grafica stilizzata.
Senza alcun permesso burocratico ne schizzi preparatori, Haring usa la città di New York come un’immensa tela su cui sperimentare la sua passione per l’arte, muovendosi tra stazioni della metropolitana e playground delle periferie:
opere immediate, semplici e dirette – come il famoso murale “Crack is Wack” a Manhattan, visibile ancora oggi – attirano l’attenzione dell’osservatore, reso partecipe dell’umorismo graffiante e allucinato dei suoi lavori.
Caratteristica di tali pitture è la piena apertura verso chi le ammira: abbattere le barriere tra arte di alto e basso valore è infatti uno degli scopi principali del lavoro di Haring che si è rivelato essere un vero e proprio fenomeno mediatico e politico oltre che un artista di successo.

“Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare.”
Il talento innato per le arti figurative, l’energia della sua giovane età nonché la fantasiosa mente fuori dal comune lo hanno portato a creare con i propri disegni dei mondi in cui rifugiarsi dalla realtà, fatti di mostri inoffensivi che irradiano energia e strani personaggi pieni di vita che saltano, danzano e urlano creando movimento.
Le sagome primitive, prive di tratti somatici evidenti, sono caratterizzare da colori accesi e segni neri che costituiscono un chiaro richiamo al fumetto: esso, infatti, ha da sempre ispirato il giovane artista che, fin da adolescente, osservava i disegni di cartoni animati del padre fumettista.

Da Pablo Picasso ad Andy Warhol, sono numerosi gli artisti da cui Haring trae ispirazione.
È proprio grazie a Warhol, con cui simpatizza a metà degli anni ’80, che Keith Haring inizia a dipingere su tela, allestendo varie mostre personali di successo e diffondendo la sua arte tra Australia, Brasile e Italia.
Nonostante la breve carriera, la figura di Haring è stata fondamentale per la diffusione di una sempre maggiore sensibilità artistica data dalla presenza di forme d’arte negli spazi pubblici; ciò fa di Haring uno dei capi della corrente neo-pop nonché padre della street art.

“Non credo che l’arte sia propaganda, dovrebbe essere un qualcosa che libera l’anima, provoca l’immaginazione ed incoraggia le persone ad andare oltre”.