Juergen Teller

Semplice ed istintivo, l’approccio di Juergen Teller alla fotografia configura una visione estetica dal tratto iconico e riconoscibile, in grado di accompagnare le richieste dei numerosi stilisti a cui affida il proprio lavoro.

Di origine tedesca, è nella città di Monaco che Teller completa il suo percorso di formazione artistica; il successo arriva, tuttavia, dopo il trasferimento a Londra all’età di ventidue anni. La sua carriera vede un susseguirsi di collaborazioni con celebri riviste quali The Face, Index, AnOther e Vogue a cui affianca la realizzazione di campagne pubblicitarie per Vivienne Westwood, Yves Saint Laurent e Marc Jacobs.

Spesso provocatori e privi di tecnicismi, i suoi scatti si caratterizzano per una semplicità d’esecuzione ed una insolita atmosfera bruciata dai flash: Il soggetto e la sua naturale espressività assumono una posizione prioritaria rispetto alla cura delle luci, spesso sbiadite e sovraesposte, e degli ambienti tendenzialmente isolati e privi di elementi distrattori.

La sua fotografia si presenta ricca di grinta, emozione ed umorismo: Teller rivisita il costrutto sociale di bellezza, valorizzando l’allure quotidiana delle celebrità che ritrae, liberandole da eventuali pose rigide e costruite.

Noto al pubblico il ritratto “Young Pink Kate” del 1998 che vede Kate Moss, distesa su un letto, mostrare il volto da sopra le lenzuola, circondata dalla sua chioma rosa sullo sfondo bianco.

«Scattare quante più foto possibile sarebbe troppo semplicistico – è un po’ più complesso di così! A volte ne scatto poche, ma scattandone tante mi sembra di rilassare il soggetto e me stesso»

I suoi scatti sono spesso realizzati con due fotocamere differenti, una per mano, ed effettuati a raffica alternata: Il risultato trova la sua particolarità nella voluta mancanza di ritocchi, che lascia spazio alla crudità della foto “uscita dal rullino”.

Juergen Teller riesce a destreggiare la sua abilità tra la fotografia artistica e quella commerciale, realizzando oltre i ritratti e le fotografie di moda e advertising, delle vere e proprie opere d’arte richieste ed esposte in tutta europa: la Fondation Cartier pour l’art di Parigi, il Munchner Fotomuseum di Monaco, il museo Folkswang di Essen e la galleria d’Arte Moderna di Bologna hanno, difatti, messo in mostra molti dei suoi lavori.

Ad arricchire una carriera già piena di successi, la partecipazione ad importanti mostre collettive oltreoceano tra le quali “Weird Beauty: Fashion Photography Now” e “Mode As Muse” presso la Metropolitan Museum of Art di New York.

«Non ci sono regole per scattare i ritratti. L’unica cosa importante è catturare la persona nel modo migliore possibile, entrare nella sua psiche. A volte ci vuole molto tempo, a volte è piuttosto veloce. Bisogna capire rapidamente i suoi gesti: come beve il caffè o come tiene le mani. Bisogna riconoscerlo subito»

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