
Heather Rasmussen
aliforniana d’origine, Heather Rasmussen riesce abilmente a destreggiarsi con curiosa singolarità nel panorama artistico internazionale.
Scultura, danza e fotografia sono i tre punti su cui verte la cifra stilistica di questa poliedrica artista.
Attraverso i suoi autoritratti fotografici infatti – che la vedono trasformarsi in una vera e propria scultura vivente – pone in essere delle performance che, dense di simbolismo, lasciano spazio ad infinite riflessioni su importanti temi come la sessualità femminile, la bellezza nella sua caducità e l’inesorabile scorrere del tempo.

H. Rasmussen esalta la propria corporeità, usandola come uno versatile strumento capace di diffondere messaggi da leggersi in chiave metaforica:
Spesso nuda, accovacciata per terra, fa utilizzo di numerosi oggetti quali pezzi di mobilio, frutta e verdura deteriorata che, posati sopra o intorno al suo corpo, costituiscono parte integrante della performance fungendo da traslato prolungamento dei suoi arti.

Elemento assai ricorrente negli autoscatti è dato dagli SPECCHI attraverso cui gioca con la sua identità, raddoppiando o disgiungendo la propria immagine riflessa, attuando una sorta di “dialogo” con se stessa. I movimenti dello specchio consentono inoltre allo spettatore di osservare anche ciò che generalmente è tenuto fuori dall’inquadratura.
«Nelle sue opere surreali e poetiche, un vegetale fa eco a un arto umano, qualcosa di ingombrante diventa sessuale, l’inanimato si rinvigorisce»

Ad accompagnare i tortuosi movimenti spesso si aggiungono dei calchi in gesso dei propri arti: un vero e proprio trionfo di Body art in cui l’ automanipolazione e la varietà di pose vengono trasformate in un connubio di oggetto e concetto capace di elevare il corpo a dignità d’arte.
La maternità è tra le più recenti tematiche rappresentate dall’artista che ha inteso porre l’attenzione sull’evoluzione ed il cambiamento del corpo, fotografandosi durante le fasi della gravidanza e del post-parto.
Molte sono le mostre personali e collettive che hanno esposto i suoi celebri autoritratti alcuni dei quali sono conservati nelle collezioni permanenti dell’Art Institute of Chicago e del Los Angeles County Museum of Art.