Giovanni Gastel

L’arte dell’eleganza

Considerato un gigante della fotografia, capace di immortalare con occhio attento ed elegante la bellezza in ogni sua forma, Giovanni Gastel ha lasciato al mondo un patrimonio fotografico unico e senza precedenti.

La sua arte, scanditasi principalmente nel mondo della moda e tra le pagine delle riviste patinate, raggiunge il suo più alto splendore con l’avvento del “made in Italy”, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, di cui diventa attivo spettatore ed apprezzato documentatore.

Il suo talento teso verso la bellezza e l’attenzione ai dettagli sono espressione di un gusto estetico emerso fin da giovanissimo: da una foto inconsciamente “still life” scattata da ragazzo a due tazzine di caffè, in maniera quasi del tutto accidentale, capisce di dover alimentare questa creatività con una sempre maggiore costanza.

Il genio, dice Gastel, è dato da 8 ore di lavoro al giorno: questo è il mantra a cui fa fede nel corso degli anni ’70 dove, non ancora famoso, sperimenta e conosce tecniche fotografiche base in un seminterrato a Milano.

Solo nel 1981 si avvicina al mondo della moda grazie all’incontro con Carla Ghiglieri, che diventa poi la sua agente. Aperto il suo studio in giovane età e ricercatissimo fin da subito da prestigiose case di moda italiane, quali Versace, Trussardi, Tod’s e Krizia, realizza per loro delle campagne pubblicitarie destinate a definire il suo stile lavorativo, stile che lo porta nel corso degli anni a girare le grandi capitali europee effettuando scatti per numerosi altri  marchi dell’haute couture come Dior e l’azienda francese Guerlain.

Ciò che contraddistingue i suoi lavori, oltre la sperimentazione costante, è l’estetica dal carattere personalissimo; Gastel, infatti, mette da parte i trend per focalizzarsi in una ricerca di se stesso trasformando il proprio modo di vedere il mondo e le cose in arte, sia essa commissionata da altri che autocommissionata.

La predilezione per soggetti dal collo alto, mani estremamente lunghe e polsi stretti è una caratteristica a cui Gastel ha sempre tenuto molto: Presiede di persona alla selezione della modella giusta, che abbia la perfetta espressività nello sguardo e che gli consenta di trovare il fatidico “scatto definitivo”.

“Vorrei scattare una foto del nulla: che tutti possano capire che l’ho scattata io!”

L’artista, la cui ispirazione si realizza in poesia così come in fotografia, non manca di trattare ,nei propri progetti, temi universali e trasversali utilizzando l’alto linguaggio che meritano e che spesso gli viene negato: la sofferenza è un sentimento tra quelli che Gastel riporta al suo livello di emozione che pervade, attraversa e santifica. In casi come questi, di grande importanza la mimica facciale della modella di cui l’artista, così come l’osservatore, deve “sentirne gli occhi”.

Gli ultimi 20 anni della carriera di Giovanni Gastel sono caratterizzati da una maggiore attenzione al ritratto, ambito del repertorio fotografico a cui l’artista non si era avvicinato prima degli anni 2000. In un trionfo di bianco e nero, di luci che non prevaricano sul soggetto ma scaturiscono dallo stesso, il suo ultimo lavoro “The people I like” trionfa al Museo Maxxi di Roma. Esso contiene oltre 200 ritratti di persone del mondo della cultura, moda, musica e politica che l’artista ha incontrato personalmente: sono i volti che hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l’anima di Gastel nel corso dei suoi 40 anni di carriera.

“Ogni ritratto è un atto di seduzione, un attimo in cui ‘varco il muro’, vedo cose e ‘leggo’ chi ho davanti, sperando di far entrare con me anche lo spettatore”.

La recente scomparsa dell’artista, che addolora i molti amanti e seguaci del suo stile, non condiziona tuttavia la condivisa opinione sull’indiscutibile immortalità ed influenza della sua arte, realizzata con l’intento di imprimersi nella memoria di chi la contempla. 

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

2022. All Rights Reserved.
Passeggerateam@gmail.com