
Ferdinando Scianna
Testimone visivo di una cultura popolare in continuo cambiamento, Ferdinando Scianna ha saputo rendere in fotografia il senso di appartenenza ad una tradizione, documentando col suo caratteristico approccio da narratore i volti e le tradizioni della sua amata Sicilia, costruendone attorno un’affascinante identità stilistica.
La sua carriera ha infatti inizio all’età di 21 anni quando pubblica, in collaborazione con l’amico Leonardo Sciascia, il libro dal titolo “Feste religiose in Sicilia”: la combinazione di fotografia e racconto in una visione laicizzata genera rigide polemiche ed, al contempo, numerosi apprezzamenti. Segue la pubblicazione di svariati altri libri fotografici che sono da slancio verso importanti collaborazioni.

Scianna vede la fotografia come un mezzo narrativo capace di raccontare un istante e trasformarlo in memoria e ciò si riflette in tutta la sua produzione fotografica che spazia da temi come la religiosità popolare e le ossessioni fino alla guerra e al viaggio.
“Ogni istante del tempo diventa passato nel precipizio verso la memoria; Il fotografo vive nel presente sapendo di costruire memoria”
Perseguendo una indagine sull’identità individuale e collettiva, alla costante ricerca di una forma nel “caos della vita”, pone in essere una fotografia ricca di visceralità, tensione drammatica e velata ironia.

A differenza di altri fotografi che la hanno immortalata nella vivacità dei suoi colori, Scianna fa mostra di una Sicilia tutta “nera”: Partendo dallo studio dell’ombra e della sua struttura, fornisce una personale visione del mondo resa da forti contrasti ed intensi giochi di luce ed ombra che mostrano con estrema verità il “teatro dell’esistenza”.
La sua collaborazione con i giovanissimi Domenico Dolce e Stefano Gabbana negli anni ’80 vede poi la realizzazione di una fotografia di moda “inaspettata”, del tutto diversa ed assai ricercata nella sua semplicità. La scelta dell’emblematica Marpessa, modella protagonista del progetto, si rivela strategica ed è infatti considerata, ancora oggi, iconica musa nella fotografia di Scianna.

Insieme a Marpessa, figure come Monica Bellucci e Maria Grazia Cucinotta sono da riferimento nella sua vasta produzione incredibilmente densa di misterioso erotismo mediterraneo.
Il suo singolare modo di approcciarsi alla realtà non lo fa passare inosservato agli occhi di noti personaggi come Henri Cartier-Bresson che, rimasto colpito dal suo lavoro, lo introduce a far parte della Magnum Photos nel 1982.

“L’atto del fotografo è più vicino alla lettura che alla scrittura. I fotografi sono i lettori del mondo”
La fotografia di Ferdinando Scianna è stata ed è ancora profondamente incisiva nella società, con il suo gusto “letterario” capace di immergere l’osservatore in una cultura, etica ed esteticità tutta mediterranea.