BLUB: l’arte sa nuotare

Quante volte ci capita di passeggiare per le strade di note città come Firenze, Ravenna o Livorno ed incrociare delle vere e proprie opere d’arte a cielo aperto? E no, non si tratta di sculture monumentali o imponenti installazioni; magari dei ritratti che uno street artist disattento ha “dimenticato” lì per caso o che, al contrario di ciò che pensiamo, ha inserito nel contesto urbano volontariamente e con uno scopo ben preciso.

E’ il caso di Blub, artista fiorentino che, per un’insieme di casualità, ha iniziato a tappezzare le città italiane con la sua “poster art” semplice ed ironica . Questa serie di ritratti disseminati in giro fanno parte del progetto “L’arte sa nuotare” arrivato oltre i confini italiani e persino dentro i musei: benché il titolo e le apparenze lascino intendere una leggerezza di fondo, i suoi ritratti “sommersi d’acqua” lanciano un messaggio potente ed universale.

Chi è Blub?

A questa domanda è difficile dare una risposta. Difatti l’artista non ama star sotto i riflettori: da anni mantiene l’anonimato sostenendo che “l’arte sa nuotare” è solo un tassello della sua più ampia vita artistica, un progetto nato per gioco che prima o poi vedrà la sua conclusione.

Il progetto nasce nel 2013 quando l’artista è in vacanza a Cadaquès, in Catalogna. Lì molti artisti erano soliti dipingere soggetti marini sugli sportelli delle utenze e, davanti alla richiesta di alcuni amici del luogo di dipingere lui stesso su di uno sportello di fronte casa, non ha saputo sottrarsi: decide di ritrarre il loro bambino con una maschera da sub.

Una volta tornato a Firenze l’idea si trasforma in un progetto da assecondare: stavolta non sono i soggetti marini a prevalere – poiché mal si intonerebbero al contesto urbano fiorentino – ma sono le celebrità dell’arte, del cinema, della storia e della letteratura che vengono immortalate sott’acqua, con tanto di mascherina sugli occhi e bollicine fluttuanti.

Da qui il nome “Blub” che richiama il suono onomatopeico delle bollicine e il colore con il quale realizza i suoi fondali. La sua arte non osa essere invadente ma, al contrario, si serve di scorci malmessi e di sportelli delle utenze in giro per la città da utilizzare come cornice.

Munito di pennello e colla vegetale, gira di notte ad incollare i suoi poster, realizzati con la scansionatura dell’opera originale dipinta in precedenza nel suo studio.

E’ così che, con grande armonia estetica, le opere sono contestualizzate negli angoli della città che più sembrano adatti a loro: il ritratto di Dante sott’acqua è posto in via dell’inferno, Il David sulla strada che porta all’Accademia.

Ad essi si aggiungono svariate altre citazioni ad artisti ed opere celebri nel nostro immaginario come la gioconda, la ragazza con l’orecchino d perla, La dama con l’ermellino e la venere di botticelli, che sembrano empatizzare con i passanti, dialogare con loro, ed attendere un loro saluto, un sorriso o una fotografia.

I personaggi che normalmente siamo abituati a vedere sui piedistalli dei musei, avvolti da quell’aura di superiorità che la firma dei grandi artisti gli conferisce, per la prima volta ci vengono mostrati con aria scanzonata ed ironica: personalità seriose come Vivaldi o Shakespeare vengono sdrammatizzate, mostrate con maschera da sub e sommerse dal mare, come dei bambini che si divertono ad osservare la barriera corallina.

Questo è il bello della street art che, libera da schemi, preconcetti e forme predeterminate, lancia i messaggi più disparati che possono essere accolti da chi osserva senza pesantezza alcuna, ma con approccio aperto, giocoso e positivo.

Il messaggio dietro le opere

E’ il 4 Novembre del 1966 quando le strade di Firenze vengono sommerse dall’acqua dell’Arno: il fiume inizia a straripare sommergendo interni di abitazioni, negozi, musei e danneggiando un significativo numero di opere d’arte. I quadri ritrovati e messi in salvo da centinaia di volontari, gli “angeli del fango”, sono diventati il simbolo dell’arte che non affoga.

“L’arte sa nuotare”, seppur nato dal caso, non manca di riferirsi a tale avvenimento in cui, l’arte, pur sommersa dall’acqua, è rimasta viva:ha dato prova della sua capacità di resistere, di riuscire ad adattarsi alle circostanze, di rimanere sospesa nel tempo ed immortale, sia nella memoria che, fortunatamente, nella realtà.

Così come Banksy o Clet Abraham- per i quali l’artista nutre stima e ammirazione -anche Blub si fa portatore di un messaggio fondamentale di cui riesce a sintetizzare la complessità: L’arte non affoga, non si lascia sovrastare, non soccombe, ma resiste e sopravvive anche sott’acqua poichè immortale.

“Quando sei sott’acqua non c’è peso, il tempo si ferma, i pensieri se ne vanno e fluttui in simbiosi con questo elemento. In questa dimensione sospesa ripropongo personaggi che, con il loro esempio, hanno lasciato un segno di grandezza che sopravvive ancora oggi. Senza tempo”

I personaggi dell’arte che popolano il nostro immaginario rimangono dunque vivi: fluttuano in una dimensione sospesa, senza tempo, senza peso ne rumore, come sommersi dall’acqua. La scelta dei soggetti, infatti, non è casuale: ognuno di essi è singolarmente portatore di positività e di grandezza.

La loro abilità non nasce nel momento in cui restano a galla ma nella loro capacità di immergersi e nuotare nel mare delle difficoltà: un mantra ispirazionale per chiunque ne comprenda il significato.

Blub, dunque, invita l’osservatore a sviluppare due capacità: quella di barcamenarsi nelle difficoltà ed osservare le cose da un’altra prospettiva: la maschera subacquea, non a caso utilizzata nelle sue opere, è l’oggetto che permette di vedere ciò che normalmente non vediamo, il “mondo di sotto”, la profondità dell’oceano.

E tu, hai mai incontrato per strada le opere di Blub?

Scrivilo nei commenti!

Articolo a cura di: Maria Nunzia Geraci

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