
ACHILLE LAURO
L’evoluzione stilistica fino a Sanremo 2021
Stupire, sovvertire le regole, dividere, far parlare di se: sono queste le peculiarità che l’artista veronese Lauro de Marinis, in arte Achille Lauro, ha portato alla luce negli ultimi anni, introducendo la sua arte, ricca di sperimentalismo, nel panorama musicale italiano.
Tra talento ed eccessi, il cantautore dalle sonorità anticonformiste ha subito un’evoluzione musicale che lo ha reso negli anni un artista fortemente eclettico:
Da un primo approccio al rap underground con riferimenti al punk rock è approdato allo sviluppo di un genere del tutto nuovo denominato “Samba trap” che ha fatto il suo trionfale ingresso con il suo quarto album “Pour l’amour”.
In questo infatti Lauro abbraccia la musica latina e melodica, aprendosi alle influenze date dal genere trap per poi inserire, con creatività e naturalezza, cenni di rock e jazz-swing: un vero e proprio vortice di musicalità che nessuno aveva mai sperimentato insieme con una tale versatilità.
Lauro ha dato prova della sua incredibile presenza scenica sul palco dell’Ariston, dapprima come artista in gara nell’edizione del 2019 col brano “Rolls Royce”, nel 2020 con “Me ne frego” e successivamente come ospite nella 71esima edizione del festival dove ha coinvolto il pubblico in un viaggio per i generi musicali: Le sue performance altro non sono che rappresentazioni artistiche in cui, attraverso i costumi, la voce e la gestualità del corpo, l’artista incarna non un personaggio ma l’essenza stessa del genere a cui fa riferimento.

I cinque quadri che l’artista ha portato in scena nel corso delle serate del festival omaggiano cinque generi musicali, attraverso cui Lauro da sfoggio delle più colorate sfumature della sua personalità e sensibilità artistica:

Il Primo quadro celebra il Glam Rock con una buona dose di esagerazione, teatralità e disinibizione: il brano cantato dal titolo “Solo noi” è accompagnato da un espressivo volto coperto dal trucco che lacrime di sangue solcano a metà esibizione. Una profonda riflessione sulla solitudine che si cela dietro un costume da palcoscenico ed un conseguente invito dell’artista ad essere se stessi.

Il secondo quadro si apre con un Achille dal trucco nero e dalla lunga treccia rossa: sulle note di “Bam Bam twist” rende un velato omaggio a Mina, accompagnato dalla performance di Francesca Barra e Claudio Santamaria, tributo a Pulp Fiction. Un profondo bacio tra i due conclude l’esibizione, ponendo l’accento su quella che è l’anima forte e passionale del Rock and Roll.

Il terzo quadro si apre con un monologo dell’attrice Monica Guerritore nei panni di Penelope, che rende una visione del personaggio del tutto diversa da quella già presente nell’immaginario collettivo. Tra colonne e piedistalli, emerge la figura di Lauro nelle sembianze di un Dio greco, allegoria del genere pop, spesso condannato ad una “lettura disattenta e superficiale”. All’interpretazione del brano “Penelope” si affianca la cantante Emma Marrone; seguono toccanti parole di chiusura con cui l’artista evidenzia la condizione di prigionia data dal pregiudizio.

Tenendo tra le mani la bandiera italiana, Lauro fa il suo ingresso alla quarta serata aprendo il quadro simbolo del punk rock. Come nella “La libertà che guida il popolo” l’artista tiene alta l’asta della bandiera, effettuando una ipnotica discesa dalle scale in omaggio a Sid Vicious. Con uno “scandaloso” bacio al chitarrista, inizia la performance canora dove, affiancato da Fiorello, l’artista ripercorre alcuni dei suoi più grandi successi.

Ultimo quadro ha come riferimento l’orchestra classica: In un curioso paradosso, Lauro da espressione delle sue più recondite fragilità con un’ammirevole forza espressiva. Sulle note di “C’est la vie”, l’artista mostra il petto trafitto da rose che lo portano a sanguinare. Metafora delle offese e critiche ricevute negli anni che ,oltre ad accompagnare in sottofondo l’esibizione, colpiscono l’artista in pieno costato, provocando un dolore emotivo e fisico ma non riuscendo a fermare la sua musica.

Insomma: La sua eccentricità, accompagnata dalla capacità seduttiva del suo sguardo malinconico, nonché l’ audacia dietro cui si cela la sua timida sensibilità d’artista, hanno incuriosito il pubblico anche quest’anno, rendendo l’edizione di Sanremo 2021 ancor più unica di quanto già non fosse.